• Passare dal ruolo di barista a imprenditore è una sfida non da poco: per affrontarla (e vincerla) servono determinazione e metodo.
  • Come in tutte le attività, osservare chi lavora nel settore da più tempo può essere una buona strategia, prendendo spunto da relative tecniche e successi.
  • Allo stesso modo, è fondamentale permettersi di sbagliare. Riconoscere i buchi nell’acqua significa arricchire il proprio bagaglio di esperienza.
  • La gestione di un bar necessita di un business plan ben definito. Anche sapersi affidare a specialisti, così come ai giusti fornitori e a un buon team, può fare però la differenza.
  • Nessuno nasce imprenditore. Diventarlo significa mettere in campo le proprie conoscenze acquisite come barista e farle fruttare con un mindset lungimirante e strategico.

Il grande salto

Dietro ogni impresa di successo, c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa. A scriverlo, in uno dei suoi saggi, è Peter Drucker, considerato da tutto il mondo il padre del management.
Mettersi in proprio, dopo aver lavorato per anni da dipendente, è un grande salto: passare da barista a imprenditore richiede, senza dubbio, una buona dose di coraggio. Come evidenziato in un precedente articolo, aprire un locale rimane ancora oggi fra le attività più stimolanti e con maggior possibilità di crescita, nonostante le incertezze e le difficoltà. L’ultimo rapporto della Federazione italiana pubblici esercizi¹ ha, infatti, evidenziato un aumento economico del 4%, rispetto all’anno precedente. Dato che dimostra una maggiore stabilità lavorativa all’interno del settore e un quadro positivo per il futuro della ristorazione italiana.

Se, da un lato, quella di avviare una propria attività è una scelta coraggiosa, dall’altro è importante che sia una mossa debitamente ponderata. Come assicurare il successo del proprio bar? Scopriamo in questo articolo cinque accortezze da adottare.

1. L’importanza di sperimentare e “rubare” dai migliori

Nessuno nasce imprenditore, nemmeno i nomi più noti che, al contrario, sembrano conoscere la ricetta segreta del successo. È il caso, per esempio, di Howard Schultz. Cresciuto nelle case popolari di Brooklyn, Schultz lavorò a lungo nel settore Horeca, dapprima negli USA e poi in Italia, finché, nel 1987, sulla scorta dell’esperienza accumulata, rilevò Starbucks. Quella che all’epoca era una piccola torrefazione di Seattle divenne, di lì a poco, l’impero che oggi tutti conosciamo.
La storia di Schultz insegna, quindi, l’importanza dell’imparare dagli altri: non solo ciò che va fatto, ma, soprattutto, gli sbagli da non ripetere. Il primo suggerimento per il successo della propria attività è mantenere un mindset da startup. Ovvero studiare chi è nel settore da più tempo e assorbirne le qualità ma, allo stesso tempo, permettersi di fare dei passi falsi.

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2. Sbagliare è ok, ma…

Se è vero che sono proprio gli errori i migliori maestri, è altresì fondamentale conoscere e riconoscere rapidamente le azioni da non compiere. A maggior ragione quando si tratta di gestire un locale per la prima volta. Nel dettaglio:

  • sbagliare location;
  • non definire uno strategico concept del locale;
  • sottovalutare il fattore qualità;
  • sottostimare tempistiche e complessità della burocrazia.

Occhio anche a minimizzare l’importanza di un’analisi approfondita dei costi: potrebbe mettere a repentaglio il successo del bar. Un primo passo per evitare di cadere in questi errori è, sicuramente, prenderne coscienza e chiedere una mano a dei professionisti.

LEGGI ANCHE: I 7 errori più comuni nell’aprire un bar e come evitarli

3. Seguire un business plan

Aprire un bar significa confrontarsi con sfide e procedure burocratiche nuove e complesse, che possono smorzare l’entusiasmo del giovane imprenditore e rallentare i lavori di avvio dell’attività.
In questo senso, affidarsi a specialisti riconosciuti e qualificati e lasciarsi consigliare da questi ultimi è la migliore strategia per assicurare la riuscita del locale. Specie quando si parla di investimenti e di costi di gestione del bar. Prima di aprire il proprio locale è essenziale avere in mano un business plan, che può essere redatto da realtà specializzate o da società di consulenza. Questo documento, dettagliato e predittivo, permette di avere una road map lungimirante e una serie di indicazioni preziose che accompagnano il neo imprenditore nel suo cammino. Dalle mosse iniziali alle proiezioni finanziarie dei primi cinque anni di esercizio.
Numerosi studi confermano l’importanza di un piano aziendale e di quanto un business plan strategico possa effettivamente contribuire al successo imprenditoriale. Secondo un’analisi pubblicata sul Journal of Management Studies², le aziende che stilano un business plan crescono il 30% in più di quelle che non lo fanno e con una velocità superiore del 71%.

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4. Scegliere fornitori di fiducia

Essere imprenditore significa (anche) scegliere sagacemente e strategicamente a quali mani affidarsi. Non solo quando si tratta di questioni economico-burocratiche, bensì in ogni sfaccettatura dell’attività.
Un ruolo di spicco assumono, in questo senso, i vari fornitori con cui si stringono rapporti commerciali. È qui che entra in scena ModulMac: un partner di fiducia nella scelta dell’arredamento e del bancone bar. Quest’ultimo, infatti, è il vero cuore pulsante del locale ed è, perciò, fondamentale selezionarlo accuratamente. Affidarsi all’esperienza di ModulMac significa:

  • interfacciarsi con l’eccellenza di Intermac, leader internazionale nel settore, da cui il nuovo marchio nasce;
  • arredare il proprio bar con prodotti made in Italy, che uniscono stile e funzionalità;
  • optare per banchi bar dalle soluzioni flessibili e facilmente rinnovabili, grazie al fattore modularità.

Infine, scegliere ModulMac significa affidarsi a un general contractor che accompagna il giovane imprenditore in ogni fase della realizzazione del proprio locale.

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Le due tipologie di banconi bar a confronto


Intermac e ModulMac sono realtà gemelle, che offrono la stessa professionalità ed esperienza. Intermac è specialista di banconi e progetti su misura, mentre ModulMac è la soluzione ideale per i banconi modulari personalizzabili. Indipendentemente dalla scelta, si avranno a disposizione prodotti di qualità al 100%, made in Italy e adatti a ogni budget. Vediamo le caratteristiche delle due tipologie di banconi a confronto.

  • Costi
    Banconi modulari: soluzione economica. Il prezzo dipende da molte variabili (consulta il piano di spesa per fartene un’idea).
    Banconi su misura: possono costare dal 40% al 100% in più. Va detto che questo tipo di banconi sono spesso inseriti in progetti più ampi di design e di progettazione che coinvolgono l’arredamento dell’intero locale.
  • Tempi di realizzazione e installazione
    Banconi modulari: consegna in un mese.
    Banconi su misura: timeline di alcuni mesi e che varia in base alla complessità del progetto.
  • Flessibilità e adattabilità
    Banconi modulari: il sistema di ModulMac permette di realizzare fino a 25 configurazioni differenti.
    Banconi su misura: progettati da Intermac in maniera specifica per gli spazi e le finalità di ogni singolo locale.
  • Manutenzione
    Banconi modulari: vengono realizzati con materiali di qualità che hanno anche il pregio di essere facili da manutenere.
    Banconi su misura: spesso sono usate soluzioni e materiali particolari che richiedono una maggiore attenzione.

In una cosa i banconi modulari di ModulMac e quelli su misura di Intermac si equivalgono: nella durabilità.Entrambi sono progettati per durare fino a 25 anni, se trattati con cura.

5. Creare un’esperienza unica con i clienti grazie a un buon team

Restando in tema di fiducia, dietro a un imprenditore di successo c’è sempre un buon team. Si tratta di una componente spesso sottovalutata, ma che determina l’esperienza del cliente. Questo poiché il cameriere è spesso la prima e, a volte, l’unica persona di tutto il locale con cui quest’ultimo si interfaccia.
È certamente importante, dunque, attorniarsi di personale appassionato e preparato, ma è ancor più essenziale per l’imprenditore investire nella formazione. Garantire un buon servizio, all’interno di uno spazio sapientemente studiato e progettato, contribuisce a creare un legame solido e duraturo con i clienti.

Ogni grande impresa inizia con un piccolo passo

Diventare imprenditori significa, dunque, muoversi in equilibrio tra coraggio e lecite paure, ambizione e realismo, volontà di farcela da soli, ma anche capacità di chiedere il supporto dei giusti alleati. Un sottile ed entusiasmante “gioco dei contrari”, se vogliamo, in cui si nasconde la chiave del vero successo: reale e duraturo. Sviluppare un mindset imprenditoriale vuol dire saper cogliere le piccole e grandi opportunità e avere le capacità, innate o acquisite, per farle fruttare. Si tratta, certamente, di una sfida che potrà portare a qualche inciampo durante il percorso ma, prendendo decisioni lungimiranti e strategiche, il successo della propria startup sarà più immediato.
Non c’è una bacchetta magica, né una formula segreta: gli ingredienti migliori sono impegno, voglia di mettersi in gioco, resilienza e continuo aggiornamento. Passare da dipendente a proprietario, infatti, richiede una formazione continua, per stare al passo coi tempi e per offrire al cliente un servizio sempre rinnovato.

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NOTE

¹ Per approfondire: Rapporto annuale 2024 sulla ristorazione, Fipe

² Per saperne di più: The Multiple Effects of Business Planning on New Venture Performance, Journal of Management Studies

Come Aprire il Bar dei Tuoi Sogni Senza Stress (e Senza Svuotare il Portafoglio)