- Per aprire un bar, nulla dev’essere lasciato al caso ed è richiesta grande attenzione fin dalle fasi preliminari.
- L’apertura di un bar implica necessariamente la definizione di una progettazione strategica che consenta di gestire al meglio le criticità e di ottimizzare tempi e costi.
- Quanto costa aprire un bar? Diamo una prima risposta ragionata a questo interrogativo. 40.000 € quando ci sono i prerequisiti (location già strutturata e adatta per ospitare un bar.
- Le variabili che possono influire sui costi di apertura di un bar sono numerose. La location, così come la tipologia del servizio e dell’offerta ai clienti sono scelte da ponderare prima di avviare la propria attività.
- Aprire un bar nel 2025 è possibile, anche con un budget limitato. Basta sapere a chi rivolgersi. Nel caso dell’arredamento per bar, ModulMac mette a disposizione la propria esperienza e competenze trasversali per partire con il piede giusto.
Simbolo di italianità e valida opportunità imprenditoriale
Il profumo avvolgente del caffè, il tintinnio di tazzine e bicchieri, il viavai dei clienti: chi decide di aprire un bar sogna di poter fare di questa atmosfera il proprio regno. E sono tanti, nel nostro Paese, ad abbracciare questa sfida. Secondo l’ultimo rapporto della Federazione italiana pubblici esercizi, in Italia si contano attualmente 132mila bar su circa 330mila imprese totali nel settore della ristorazione.
Se è vero che l’idea di aprire un bar è pregna di poesia, dal lato pratico nulla dev’essere lasciato al caso ed è richiesta grande attenzione fin dalle fasi preliminari. Approfondiamo, allora, quanto costa aprire un bar in Italia e quali elementi bisogna conoscere per dar forma alla propria idea imprenditoriale in questo ambito.

Quanto costa aprire un bar
Per quanto riguarda le spese per l’apertura di un bar, va evidenziato sin da subito come siano molteplici le variabili, che generano diversi scenari e differenti piani d’azione.
Si parte dal profilo di colui che intende aprire un bar. Se si è, per esempio, un ex lavoratore del settore che decide di mettersi in proprio aprendo un locale, l’iter burocratico si snellisce. Questo poiché si suppone che si disponga già di tutta una serie di certificazioni e licenze necessarie. Tra questi: partita Iva, iscrizione al Registro delle imprese della Camera di Commercio, certificato Haccp, attestato di frequenza del corso Sab (Somministrazione di alimenti e bevande).
Togliendo dalla lista le spese dovute alla burocrazia e quelle di consulenza da parte di uno studio di commercialisti, i primi costi da prevedere saranno quelli dell’immobile che ospiterà l’attività, della sua ristrutturazione, se necessaria, e dell’arredamento.
Ipotizziamo un caso ideale, in cui, cioè, si sia già individuata e acquistata una location che non necessita di ingenti lavori di restauro. Possiamo definire, in questo caso, una cifra che si aggira attorno ai 40.000€. Tale valore, per quanto ponderato, è solamente indicativo e si riferisce alla sussistenza di determinati prerequisiti, tenendo conto di spese iniziali prevedibili come l’acquisto del bancone bar e dell’arredamento, la realizzazione/ristrutturazione dei locali di servizio, più pratiche e opere edili. Inoltre, si tratta di una cifra che tiene conto di un iniziale capitale ridotto e che, al mutare di svariati fattori, può lievitare, finanche raddoppiando o addirittura triplicando.
L’investimento è una questione di scelte
Oltre ai costi iniziali, gli elementi che possono influire sull’eventuale aumento della spesa per l’apertura di un locale sono svariati.
In primo luogo, bisogna esaminare il momento storico e lo stato dell’arte del mercato immobiliare. Si tratta di indicazioni in continua evoluzione, pertanto è consigliata la consulenza da parte di esperti nel settore, che sapranno indicare l’investimento migliore.
In seconda battuta, molto dipende dalla tipologia di attività che si vuole avviare: aprire un bar di quartiere, o una caffetteria ha dei costi diversi rispetto a un cocktail bar, un locale che ospita eventi o che serve anche alimenti. A questi due fattori vanno aggiunti:
- i costi dovuti all’assunzione del personale;
- gli accordi con determinati fornitori rispetto ad altri;
- le utenze in base ai consumi, che varieranno di mese in mese;
- l’eventuale budget dedicato a strategie di marketing per pubblicizzare il locale.

Il fattore location
Un coefficiente che può fortemente determinare la variazione di spesa è la location. Se il bar si trova in una città turistica o in centro città, i costi saranno ben diversi rispetto a quelli d’affitto di un immobile in periferia o in provincia.
L’ubicazione del locale, oltre a influire sul costo, è fondamentale per comprendere la portata e la composizione del bacino d’utenza, permettendo di calibrare l’offerta in base alla domanda e, di conseguenza, i reali margini di profitto del locale.
Un ulteriore aspetto che influisce sul valore dell’investimento sarà quello del modello di bar che si vuole aprire. Se si tratta di un franchising, dunque di un locale che propone prodotti o servizi di un determinato brand, è fondamentale prevedere vantaggi e oneri. Questa formula consente, infatti, di ottenere una lista di benefit a supporto dell’apertura, ma prevede una royalty, ovvero un costo di commissione.
Dall’affitto al bancone: investire sull’arredamento di qualità premia
Tornando allo scenario più comune, dunque di un locale in affitto o acquistato, ma senza alcun vincolo di affiliazione commerciale, il passaggio successivo (e decisivo) è quello della scelta dell’arredamento.
Per ogni locale, la definizione di uno stile è prioritaria e ne determina l’identità. Questo perché il pubblico sceglierà sempre un bar per la proposta e per l’atmosfera che offre. Vediamo, allora, come si definisce questa identità. Anche in questo caso, si tratta di un dialogo virtuoso tra molteplici elementi, dalle luci ai colori fino alla scelta di mobili. IL protagonista, però, è uno: il bancone.
Un bancone bar di qualità è un fattore chiave per facilitare il buon andamento della propria attività. In questo senso, tutti gli spazi devono essere misurati al millimetro, per rendere agevole il lavoro degli operatori e, allo stesso tempo, l’esperienza dei clienti.
Sul bancone, così come in generale in tutto l’ambiente, è fondamentale da un lato ottimizzare gli spazi, affinché siano accessibili al personale e, dall’altro, scegliere un arredamento che sia in linea con l’immagine del locale e ne rifletta la sua essenza. Insomma, praticità e personalità: queste sono le due caratteristiche principali di un valido arredamento per bar.
Attrezzatura e noleggio operativo: il supporto di ModulMac
Altrettanto rilevante è la scelta dell’attrezzatura e degli elementi peculiari che occuperanno il bancone e gli spazi attigui. Una o più celle frigorifere, lavastoviglie, macchina del caffè, così come piastre e forni. E, ancora, vetrine ed espositori vari. Si tratta di elementi imprescindibili per l’apertura di un bar, ma il cui costo, spesso, viene sottovalutato.
Da questo punto di vista, ModulMac propone soluzioni d’arredo flessibili e realizzate secondo le più specifiche richieste e necessità, offrendo la qualità e l’esperienza acquisite negli anni nel settore con tempi e costi ridotti. Dalla fase di progettazione, fino alla produzione e alla messa in opera del suo progetto, il cliente può beneficiare di un unico referente. In questo modo, viene offerto un servizio completo che semplifica l’intero processo d’acquisto.
In alternativa, si può considerare il noleggio operativo, un servizio che permette di usufruire di macchinari e attrezzature a noleggio. Si tratta di una formula che si sta affermando sempre di più negli ultimi anni e che comporta numerosi vantaggi. Tra i principali:
- Il capitale del beneficiario viene mantenuto: non incide sul flusso di cassa.
- Di conseguenza, il noleggio non rappresenta un debito per l’azienda, ma solo un canone che trova espressione nel conto economico.
- L’intero canone di noleggio è fisso e deducibile anche per contratti di breve durata.
Aprire un bar con budget limitato? Si può fare
Possedere e gestire un locale di successo è un’attività lavorativa che può rivelarsi gratificante. Tanto sul piano personale, quanto dal punto di vista professionale. Lo conferma l’ultimo report Fipe¹: è un buon momento per investire nel mercato della ristorazione. Dati alla mano, 4 imprese su 10 hanno visto un incremento del proprio fatturato, mentre per poco più della metà questo è rimasto senza perdite. Lo scenario fa, dunque, ben sperare per il futuro prossimo. Tuttavia, tali considerazioni dipendono, ovviamente, dalle oscillazioni dell’inflazione in Italia e dal suo impatto sui costi, dati difficili da prevedere con precisione.
Di certo c’è che avviare il primo bar può risultare complesso e disorientare i giovani imprenditori. Per questo motivo, una pianificazione dettagliata e strategica delle attività, delle spese e dei prospetti di guadagno gioca un ruolo fondamentale.

L’importanza di un buon piano d’azione
Aver chiari l’iter burocratico a cui si va incontro, le licenze necessarie, nonché le varie fasi da seguire affinché il locale possa partire con il piede giusto vuol dire essere già a metà dell’opera.
Lo step successivo e imprescindibile è definire, assieme agli esperti, un business plan. Si tratta di una road map con la previsione delle varie spese, un’indicazione delle strategie di marketing che si vogliono utilizzare e il budget da dedicare all’arredamento, alle materie prime e all’assunzione del personale. Questo prospetto aiuterà nella gestione dei fondi, guidando anche chi si approccia al settore con capitali ridotti nell’apertura del proprio bar.
Da barista a boss: realizza il sogno di aprire un bar